giovedì 29 dicembre 2011

2012 : LA FINE DEL MONDO O LA FINE DI UN'ERA ?




LA "FINE DEL MONDO O DI UN'ERA"?
Secondo un'interpretazione popolare l'antica religione dei Maya avrebbe predetto la fine del mondo nel 2012. Ma Gesù Cristo ha chiaramente detto che a nessun essere umano è dato di sapere il giorno e l'ora di quell'evento. Infatti, anche le profezie bibliche predicono una «fine» che davvero sembra velocemente avvicinarsi. Ma la "fine" di cosa esattamente? E soprattutto, perché? Quali risposte ha dato Gesù Cristo a questi interrogativi inquietanti? Conoscerle ne vale la salvezza del genere umano, la tua salvezza...
Circa due millenni fa i discepoli di Gesù Cristo gli posero una domanda che ha affascinato da sempre i popoli:«Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno del tuo ritorno e della fine dell’èta presente?» (Matteo 24:3). Ogni generazione si è posta questi interrogativi.Ci sarà davvero la fine del mondo?
Davanti all’attuale capacità di produrre armi di distruzione di massa, questa domanda è oggi posta anche da politici, educatori e scienziati di tutto il mondo. Essi prevedono che il mondo possa essere distrutto per varie cause, inclusi la guerra nucleare, i disastri ecologici globali, la sovrappopolazione, i terremoti, le epidemie e le collisioni di asteoridi con il nostro pianeta. Essi non cercano di capire se accadrà, ma quando accadrà.
Se l’ Era presente è destinata a concludersi davvero, come finirà? Perché? E quando? Quali risposte ha dato Gesù Cristo riguardo a questi inquietanti interrogativi? Le risposte di Cristo sono così chiare e semplici, che per riuscire a crederle abbiamo tutti bisogno di renderci conto dei rischi potenziali e reali che il mondo sta attraversando.

LA FINE DI UN'ERA NON LA FINE DEL PIANETA

Quando i discepoli di Gesù gli chiesero «della fine del mondo», essi non si riferivano alla fine del pianeta Terra, ma semplicemente all’ Era presente, che ha conosciuto millenni di dominio umano sotto l’invisibile influenza di Satana il diavolo (IGiovanni 5:19).
L’espressione «fine del mondo» è stata tradotta dalle parole greche «aion kosmos», che indicano il mondo ordinato intorno a noi, cioè l’attuale modello di civiltà o dominio geopolitico dell’uomo. Questo è ciò che finirà.
La domanda che i discepoli fecero a Gesù - «Maestro, quale sarà il segno della tua venuta e quando avverranno queste cose?» - rivela che essi capivano non solo che Gesù Cristo dovrà tornare sulla terra ma che, al Suo ritorno, ogni forma di corruzione sarà spazzata via e una nuova Era sorgerà. Questo evento è descritto dall’apostolo Pietro come l’epoca in cui il Cristo restaurerà il Regno di Dio sulla Terra: «Ravvedetevi... affinché Iddio vi mandi il Cristo che v’è stato destinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose» (Atti 3:19-21; 1:11). Il Regno di Dio deve ancora essere instaurato sulla Terra, come Gesù stesso ci ha insegnato ad invocare nella preghiera-modello diretta al Padre nostro (Matteo 6:9-13).





Questa transizione, dal dominio dell’uomo, che è in realtà l’occulto dominio di Satana, al dominio divino di Cristo sulla Terra, è al centro dei messaggi degli antichi profeti biblici come pure del Vangelo di Gesù Cristo. Le profezie bibliche affermano che le varie civiltà e sistemi sociali dell’ Era presente - di questo mondo - giungeranno alla loro fine in modo drammatico e saranno soppiantati dalla civiltà di Gesù Cristo, che darà vita ad un nuovo mondo, una nuova civiltà, quella di Dio. Nel solo Nuovo Testamento, più di 300 brani si riferiscono agli eventi del tempo della fine.

I «SEGNI» DEL TEMPO DELLA FINE

Gesù rispose alla domanda dei Suoi discepoli elencando, a grandi linee, gli eventi che si sarebbero verificati da quel secolo in poi fino alla «generazione» che vedrà il Suo ritorno glorioso sulla Terra. Il primo degli eventi, come indicato in Matteo 24, sarebbe stato l’affermazione di false versioni del Cristianesimo: «Molti verranno sotto il mio nome», disse Gesù, «e ne inganneranno molti» (vv.4-5). Un altro evento si sarebbe aggiunto al primo: «Or voi udirete parlare di guerre e di rumore di guerre... Poiché si leverà nazione contro nazione e regno contro regno», alludendo alle guerre mondiali (vv.6-7). Gesù disse, inoltre, che «ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori»
Tutti questi eventi, o «segni», hanno storicamente caratterizzato quelle nazioni e quei regni che, pur ritenendosi «cristiane», hanno, fin dal primo secolo, perseguitato i più deboli e le minoranze, fatto guerre e compiuto massacri. Ciò spiega il perché la fervente aspettazione del «tempo della fine» sia  durata per millenni e oggi, più che mai, se ne parla come qualcosa di imminente : il 2012, ma solo previsioni umane e azzardate. Siatene certi che nessun umano è in grado di stabilire un tempo...e di una cosa siamo sicuri, solo se Dio vorrà, festeggeremo il Natale 2012 e supereremo brillantemente la data del 21 DICEMBRE...

giovedì 22 dicembre 2011

...DICEMBRE...NON TI AUGURO...TI AUGURO IL TEMPO...

..Dicembre..il mese nel quale le persone, tirano fuori tutta la loro ipocrisia, il loro finto buonismo, si ricordano di essere umani, una volta al anno, come se questo bastasse a riscattare l anima.Dicembre è crudele, perche esalta i ricordi che sono legati alla fanciullezza e alla giovinezza. Ed il natale ? Non c'è quel Natale per ciò che dovrebbe significare, ma per ciò che è diventato, UN BUSINESS, nient altro che questo, ed'io non sono piu buono a Natale, lo sono tutto il resto dell'anno. Per queste festività sono più triste, più cinico e più sarcastico che mai...mi viene quasi l'odio per dicembre che accentua il vuoto che alcune persone hanno lasciato ...ma vive il loro ricordo nei pensieri del passato, del presente e del futuro nella speranza, forse remota, che un giorno, se Dio vorrà, li rincontreremo secondo la promessa del Buon Padre : " ...avrete nuovi cieli e nuova terra ! "


NON TI AUGURO
 La vita di coloro che dimenticano il passato è estremamente breve e travagliata, trascurano il presente, temono il futuro. Giunti al  momento estremo, comprendono tardi di essere stati  occupati tanto tempo senza concludere nulla. Il tempo è prezioso, ma non nel senso di affaticarsi per la fretta, per il correre odierno. Chi pensa che il tempo è denaro, poi, s'illude di un facile guadagno, ma resta ucciso dallo stress.Quella degli indiani d'America è  la grande filosofia della vita che genera vita nell'occuparsi della natura, a cui va dedicato tutto il tempo possibile.
NON TI AUGURO UN DONO QUALSIASI  è il titolo di  una poesia del popolo Navaho che ci aiuta a riflettere e  meditare sul nostro tempo personale e a come lo trascorriamo :


Non ti auguro un dono qualsiasi,
Ti auguro soltanto quello che i più non hanno.


Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
                                                            
Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.


Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.


Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.


Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.


Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare,
non ha più senso rimandare.



Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.


Ti auguro tempo anche per perdonare.


Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.


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sabato 10 dicembre 2011

IL FREDDO E BIANCO INVERNO DEL NATALE








L'inverno è la stagione romantica per antonomasia, il pensiero sa esaltarla a tal punto che è praticamente impossibile resistere all'idea di trovarsi in una località montana, in una casa fatta di tronchi, con la neve che fiocca, il camino che brucia cumuli di asciutta legna irradiando calore, un bicchiere di qualcosa di caldo in mano, un bel libro da leggere ed una lunga notte davanti da trascorrere in piacevole compagnia e tante belle musiche da colonna sonora. Un quadretto senza dubbio romantico e intrigante quando il cielo è, spesso, coperto da nuvole grigie e l'aria è frizzante , talvolta, soffia la tramontana che passa sibilando tra i rami degli alberi, i lupi cantano nella notte di gelo. In montagna, spesso, infuria la tormenta, scivolano a valle le valanghe, quando, silenziosa e leggera, scende la neve e stende un candido e soffice manto sui tetti, sulle strade, sulla campagna desolata: 


"Un'uggiosa, 
un sapor greve per campi, 
per le strade e il silenzio...
e la neve che cade...che cade..." 



A volte la nebbia fascia ogni cosa , con i suoi veli opachi e il gelo della notte si trasforma in candidi cristalli di brina. Se il cielo si fa terso, appare il sole. Allora tutto si trasfigura, tra quel biancore abbagliante, sembra di vivere in un paese di fiaba. Ma l'inverno è anche sinonimo di Natale che ora, più che mai, lo senti avvicinare...e vedi le renne...e vedi le slitte scivolare sui cumuli bianchi, tra i pini e gli abeti, interrotti da ruscelli gelati di solido azzurro. Si, lo spettacolo è bello ed il pensiero vaga lontano, vaga a ritroso a ritrovar la fanciullezza  e  la perduta  giovinezza...ma una sola cosa rinsalda il cuore e rende viva la speranza, non le strenne, non i tanti "Babbo Natale", non la corsa al regalo, non il buonismo di un giorno, ma...la certezza di Colui che ha creato i paesaggi e queste immagini che infondono grande desiderio di vita...Dio...l'Onnipotente...l'Onnipresente...e il dono della sua Grazia.
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sabato 24 settembre 2011

MA FA' CHIDDHU CHI VOI ! ( Ma fai ciò che vuoi ! )





In questo mondo di megalomania entra a puntino la poesia del poeta reggino Matteo Paviglianiti (RC 01/01/1874 - RC 11/11/1956). Un poeta che la città di Reggio Calabria ha conosciuto sino agli anni '50 e che ha apprezzato moltissimo per il grande amore verso il suo "territorio" : Il Corso Garibaldi, dal ponte Calopinace sino al Bar Margheriti, quest'ultimo ancora esistente di fronte alla Villa Comunale. Il poeta non fece mai critiche ai suoi concittadini come, invece, si espresse Nicola Giunta, spesso, in maniera aspra, ma seppe, filosoficamente e diplomaticamente, dare lezioni di vita, di modestia, di libertà, di capacità di discernimento morale ed apprezzamento dell'altrui operato quando il fine era la socialità e l'eguaglianza.
Don Matteo (così era chiamato dai conoscenti) barbiere di professione, raccolse, nel salotto di vimini del suo negozio un nugolo di giovani intellettuali che si alternavano nell'apprendimento di tutte le sue capacità umane e letterarie : Franco Saccà, Gaetano Cingari, Domenico De Stefano, Francesco De Stefano(barbitta), Giuseppe Morabito e tanti altri divenuti professori, poeti, scrittori, storici e, comunque, uomini di cultura. Scriveva in dialetto reggino per mancanza di studi, ma aveva a corredo una esperienza da autodidatta e il suo modo speciale di osservare l'uomo, gli animali, il territorio, la vita stessa che gli fu precaria per tante delusioni  : l'unico amore, Elena, mai dimenticato, il terremoto del 1908, la guerra del 1915, la cardiopatia che lo accompagnò per tutto il percorso dei suoi anni. Nicola Giunta stesso, più giovane di ventuno anni, lo frequentò facendosi discepolo del suo vernacolo, con il quale allacciò un bellissimo rapporto di amicizia e di scherzo e tra di loro non se le mandavano a dire, ma con l'assoluto rispetto del più giovane verso il "vate" più avanti negli anni. Nicolazzu, così era chiamato Giunta dal Paviglianiti, quando fu nominato direttore della biblioteca comunale depositò i libri di poesie, "U Specchiu da vita" e "Lacrimi", dedicati, che gli erano stati donati dall'autore, nella raccolta storica organizzata a supporto delle informazioni che riguardavano i poeti reggini. Il buon Matteo Paviglianiti fu socialista ideologico e di fatto, fu tra gli otto fondatori del partito a Reggio Calabria nel 1914 che, sotto falso nome, lo chiamarono "COOPERATIVA LA VITTORIA",  successivamente " COOPERATIVA VITTORIO VENETO"  e si riunivano nella birreria della "PIAZZETTA", così si chiamava allora PIAZZA ITALIA. Il suo amore per Elena fu grande, immenso, tant'è vero che lei, costretta a sposare un altro uomo per imposizione dei genitori, emigrò in Piemonte col marito, sottufficiale di cavalleria nel reggimento di Pinerolo. Non si dimenticarono mai: lui non sposò altra donna, lei, nella sua vedovanza, tornò a Reggio a cercarlo, ma Matteo era già deceduto da quattro anni. Bella storia di un grande reggino che circoli, letterati e istituzioni hanno dimenticato, ma in me il ricordo è caro per averlo conosciuto, alla sua morte avevo tredici anni, era il fratello di mia nonna paterna Antonia Paviglianiti e, naturalmente, zio di mio padre Domenico Marrari a cui aveva lasciato il negozio e a cui la povera Elena Stracuzzi si era rivolta per ricercare il suo grande amore di giovinezza. 
Se qualcuno ha voglia di ascoltare queste storie di "ADDIO GIOVINEZZA", mi può contattare anche per organizzare una serata ricordo, sarò disponibile a titolo gratuito. Si sappia che è mio intento dare un ruolo di merito al nome di Matteo Paviglianiti trovando il mezzo per far dedicare dalla toponomastica cittadina una "viuzza" o una "scalinata" nella sua Reggio Calabria, ove molte strade non hanno titolo o sono dedicate a persone che, avendo abitato in una determinata strada senza nome, ne hanno prestato il proprio per puro riferimento di reperibilità. 

MA  FA’ CHIDDHU  CHI  VOI  !                                


Si tu camini pi li fatti toi
e ch’a to’ testa sa’ chiddhu chi ffai,
tu non po’ fari mai chiddhu chi voi,
vonnu sapiri comu e p’undi vai…


Si ‘u ciriveddhu toi non è cumuni,
di tutta l’agnuranza si notatu,
puru lu sceccu ti chiama minchiuni
e non nci penza, no, s’iddhu è mbardatu.


Quandu ti ment’i supra ‘nu custumi,
vonnu sapiri comu lu ccattasti,
s’idd’è di filu, ‘i lana, s’è cuttuni,
si non dìcinu puru ch’u rrubbasti…


Qualunqui cosa fai, tu si nutatu,
ma nuddhu veni mi ti vard’a panza,
o si ssu cori toi ll’ha’ ‘dduluratu,
avogghia chi mmi campi di spiranza…


Si po’ voi mi ti fai ‘na caminata
e vai chi mmi ti carma ‘u sentimentu,
appen’arrivi a’ prima cantunata,
ti senti nta la ricchi com’un ventu…


Esti lu tagghia tagghia di vicini,
c’hannu la lingua chi, mancu li cani,
sunnu cuntenti s’iddhu fa’ la fini
mi si rrustutu vivu supra li rrami.


S’ambeci poi fa’ mbrogghi pi’ mi campi
e ccomu passi pari un milordinu,
avogghia ch’a rraffini mi ndi stampi,
p’aundi passi puzza lu caminu.


Ma fa’ chiddhu chi voi e non pinzari,
penza sulu mi fai lu to’ duviri,
sulu da’ cuntu a Ddiju di lu to’ fari,
ccussì dormi tranquillu tutt’i siri…


Nto cori ‘i ll’homu nc’esti ‘na manìa :
chi lu so’ imbu non su varda mai,
non havi chi mmi faci e tuzzulìa,
cu ‘na lanterna va circandu guai !





domenica 11 settembre 2011

CONTENZIOSO TRA LA MADONNA DELLA CONSOLAZIONE E GIUSEPPE GARIBALDI

ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO E DISMISSIONE DI GARIBALDI DA CAPOSTRADA
L'Assunzione di Maria in Cielo è un dogma cattolico nel quale viene affermato che Maria, terminato il corso della vita terrena, fu trasferita in Paradiso, sia con l'anima che con il corpo, cioè fu assunta, accolta in cielo. Secondo il dogma prettamente umano, l'assunzione di Maria è un'anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale.
La Chiesa anglicana nel 2005 ha dichiarato, tramite un documento della Commissione internazionale cattolica anglicana, di aver accettato l'Assunzione di Maria, ma non in quanto dogma.
I cristiani ortodossi e armeni celebrano la Dormizione di Maria: Maria sarebbe stata assunta in cielo dopo la morte. Né la Dormizione né l'Assunzione sono un dogma presso gli Ortodossi o gli Armeni. La differenza principale tra Dormizione e Assunzione è che la seconda non implica necessariamente la morte, ma neppure la esclude.
Le Chiese protestanti, che non accettano i dogmi, l'autorità e il potere del Papa, invece non credono nell'Assunzione di Maria, in quanto non narrata nell'Evangelo( la veridicità biblica è unica e assoluta, Gesù è l'unico intermediario tra Dio e gli uomini, lo dice Lui stesso nel vangelo di Giovanni, inoltre afferma che  tutti i credenti in Cristo si sono santificati in Lui e tutti coloro che Lo predicano ne sono sacerdoti).
Ma perchè vado a parare su Maria madre di Gesù, perchè oggi, a Reggio Calabria, ove sono iniziate le festività in onore di Maria della Consolazione, qualche ben pensante tra i portatori della vara, ha lanciato l'appello alle autorità cittadine di cambiare il nome alla strada principale dei reggini da Corso Giuseppe Garibaldi a Corso Madonna Della Consolazione. Non si vuole essere blasfemi, ma credo che alle Madonne si dia già troppo spazio, in ogni chiesa cattolica ve ne sono almeno tre ( il braccio del Vaticano raccoglie ovunque fedeli togliendo terreno a Gesù Cristo, onore e gloria). Ma perchè, comunque, bistrattare ed esiliare definitivamente l'eroe dei due mondi ? IL povero Peppino cosa ha fatto per demeritare tanto ? Ha combattuto per unificare un popolo in un unico territorio, l'Italia, e adesso, dopo il reale esilio, Caprera, gli tocca smammare dal Corso a lui dedicato per andare in qualche ritirata pubblica, per favorire il potere temporale dei preti, spesso dissoluti e pedofili. Il povero attore Totò se ne uscirebbe certamente col dire : " Senti da quale predica viene il pulpito !  Oibò, glielo dica a Chicche e Sia, scherza con i fanti e lascia stare i santi ".

venerdì 2 settembre 2011

IL MARE E' BELLO, MA...INDOMABILE PER MANO DELL'UOMO

IL MARE E' BELLO...MA INDOMABILE PER MANO D'UOMO
Non maledite i mari del mondo che, da sempre, possone essere cattivi e disastrosi, si muovono per le maree con le loro onde che raggirano il tempo. L'eternità attende e la terra sta in silenzio sotte le sue carezze mentre l'umanità dorme dimenticando le proprie angosce. Tutte le barche e le navi del mondo danzano come fragili note sul campo dondolante dei flutti e le risacche appena uscite da uno spartito musicale. Tutti gli uccelli marini s'inclinano al vento, saltano, solfeggiano nei grandi spazi di quei cieli con la musica eterna delle onde oceaniche anche quando gli scrosci violenti delle medesime s'infrangono sugli scogli e generano una soavissima schiuma, così i giorni della vita, come le onde del mare si susseguono e determinano, a volte, tanta gioia nel cuore. Uomo solitario che guardi l'orizzonte marino, scopri questa gioia e condividila con chi ami ! Il brusio degli echi marini esce dalle spume bianche, che appena baciano la terra si sciolgono come neve al sole. Natura che ti sovrasta e ti assorbe, nella tua fragile esistenza, ti senti domo, ogni rivolta scema difronte all'immenso. Si ha desiderio d'un impatto, d'un coinvolgimento completo, il tuo essere non ti basta più, vuoi far tua la magnificenza e il mistero della vita. E' allora che il tuo spirito si fa piccino e pensi al tuo Dio, che te ne ha fatto grazia, così per nulla, regalandoti, infine, i colori del tramonto che annunciano la pace e la speranza che un nuovo giorno sorgerà migliore dei precedenti.
LINK VIDEO : IL MARE E' BELLO, MA...INDOMABILE PER MANO DELL'UOMO




giovedì 1 settembre 2011

IL BELL'ASPROMONTE : GAMBARIE E DINTORNI

IL BELL'ASPROMONTE : GAMBARIE E DINTORNI
Il verde e selvaggio Aspromonte, Gambarie, catena appenninica della Calabria, che si raggiunge da Reggio percorrendo i 38 Km che lo separano dalla città. Il posto è stato decantato come terra di briganti, tanto amaro e aspro quanto amato. Ma l'ospitalità delle genti grecaniche supera qualunque ostacolo e si approccia ai visitatori con la usuale gentilezza e con gli speciali cibi di antica tradizione. Il pane nero di grano, il capicollo, la nduja, i sottaceti, i funghi sott'olio, il formaggio pecorino e caprino, i pomodori secchi all'olio di oliva, le melanzane e i peperoni in salamoia, sono tutte specialità di origine Magnogreca che il posto offre con modica spesa. Ma ciò che si gode è la pace che regna nei boschi, l'aria fine che percorre le narici penetrando nei polmoni in una sorta di purificazione dagli inquinamenti cittadini. I profumi della natura stimolano il cervello ad impossessarsi di ogni tipo di ricordi mitologici, come fossero presenti Diana e Pan l'eterno che operano la caccia e si trastullano al suono di mille zufoli. Ma le immagini, supportate da speciali balletti in sottovisione, non han bisogno di alcuna spiegazione o chiarimento : si commentano da sole. Grazie al Buon Dio che ci ha donato questa natura meravigliosa.
LINK VIDEO : IL BELL'ASPROMONTE GAMBARIE E DINTORNI





GIUSEPPE TIBERIO FALCOMATA' 'u figghiu ru' sindicu

'U FIGGHIU RU' SINDICU
Da una riflessione di Lello Romeo, nasce questo simbolico video che non vuole fare esaltazione alcuna di personaggi ne retorica, ma esporre ciò che la gente umile di Reggio Calabria ha, inconsapevolmente, nel cuore dopo la immatura morte del suo sindaco Italo Falcomatà. Vuol dire che nell'ultima consultazione elettorale, il di Lui figlio, Giuseppe Tiberio Falcomatà è stato premiato con un gran numero di voti come se si volessero ripercorrere le stesse impronte di un personaggio che amava il popolo perché popolo. Immaginatevi una strada poderale percorsa giornalmente, per più volte, da un carretto i cui solchi scavati dalle ruote, passando e ripassando, finiscono per rifare il percorso, centimetro per centimetro, incastrando sempre di più le ruote nella stessa incrinatura lasciata poco prima. Così è la strada che i più nostalgici reggini hanno inteso rifare eleggendo Giuseppe Tiberio al consiglio comunale, massima espressione politica e di governo della città. Ma Giuseppe non vuol vivere all'ombra di nessuno, ha una sua spiccata personalità e la sua indole, apparentemente mite, è invece forte e caparbia, battagliera per natura, quella di un, ormai, uomo di legge probo ed amorevole verso il prossimo. Ricalcare le stesse impronte del padre non significa viverne all'ombra, ma, molto più altamente, intende mostrare le proprie capacità politiche e oratorie ed essere affine al suo genitore, ciò potrebbe essere controproducente per lui anzi lo mette sotto tiro assoggettandolo a possibili paragoni. Noi siamo, comunque, sicuri della sua riuscita...BUON SANGUE NON MENTE !
LINK VIDEO : GIUSEPPE TIBERIO FALCOMATA'...'U figghiu ru' sindicu





L'ULTIMA ROSA DELL'ESTATE


THE LAST OF SOMMER ( L'ULTIMA ROSA DELL'ESTATE )

L'ultima rosa dell'estate ha perso tutto, rimane solo il fiore.
Tutte le sue belle compagne sono sbiadite, sono finite.
Nessun fiore simile, non un bocciolo di rosa, è vicino
per riflettere il rossore e dare un sospiro per un sospiro.


Io non ti ti lascerò, tu sei unica ! Sei sul ramo di un pino.
Dal momento che le belle dormono, vai a dormire tu con loro.
Così gentile, lasci il tuo profumo sopra il letto di petali
dove le tue compagne di giardino sono morte e senza odore.


Così presto ti posso seguire e, quando le tue amiche sono decadute,
dal cerchio luminoso dell'amore, lontano, c'è una caduta di gemme, 
quando il cuore è bugiardo, la' son volate quelle appassite e appassionate. 
Oh! Ma chi vorrebbe abitare da solo questo mondo tetro.


Ecco le immagini di Dio, ecco le rose, ecco i colori e il 
profumo della creazione ! Una rosa per te...accettala ! 
Non è gran che...ma è ciò che posso offrirti. Non so ancora
chi sei...non importa...ti chiamerò " AMORE "





















LINK VIDEO : L'ULTIMA ROSA DELL'ESTATE

L'ARTE CLASSICA DI PITTORI POCO NOTI

L'ARTE CLASSICA DI PITTORI POCO NOTI
L'Ottocento fu caratterizzato dalla diffusione in tutta l'Europa e negli Stati Uniti delle industrie, che imposero nuove forme di produzione, accelerarono lo sviluppo economico e mutarono i rapporti tra le classi sociali. L'ascesa della borghesia e lo sviluppo industriale spinsero anche le grandi potenze europee (Inghilterra, Francia, Germania e Russia ) ad estendere i loro domini negli altri continenti, alla ricerca di nuovi mercati e materie prime. Le rivalità tra queste potenze provocarono tensioni sempre più forti, fino allo scoppio della prima guerra mondiale. E anche in campo artistico, contro l'uniformità della cultura imposta nel periodo napoleonico, ciascuno stato vuole valorizzare la propria storia.








Nasce così in Germania e si diffonde in Europa il Romanticismo, che pone al vertice dei valori umani il sentimento e l'amor di patria. Anche la poesia espressa mediante la pittura manifestò con impeto convinto queste istanze, abbandonando le forme del neoclassicismo per liberare lo stile che meglio mostra le profondità emotive dell'individuo. La pittura è la forma d'arte più importante e innovativa di questo periodo. Dal punto di vista dei contenuti, la pittura romantica si ispira in genere ai grandi temi storici, con preferenza per i momenti di lotta patriottica e popolare, ma un altro soggetto sono gli episodi di cronaca e di vita quotidiana. Si afferma, infine, il tema del paesaggio, espressione dell'amore quasi religioso per la natura che caratterizza il romanticismo. L'artista vuole esprimere sentimenti ed emozioni, pertanto la sua pennellata è perfetta i colori sono vivi e i contorni ben definiti. Il Romanticismo tuttavia ha il suo periodo eroico nella prima metà del XIX secolo, per poi esaurirsi in stanche, retoriche e ripetitive espressioni accademiche. E è così che le nuove e rivoluzionarie istanze poetico-stilistiche, che avanzano rapidamente in Europa riescono ad avere il sopravvento, contagiando profondamente anche l'arte italiana. Ma questo video vuole mettere in risalto la bravura di pittori meno noti, ma non per questo meno bravi anzi forse più bravi dei più noti, ma più sfortunati perchè, a quel tempo, non entrati nelle grazie di qualche monarca o di qualche personalità religiosa. LINK VIDEO : L'ARTE CLASSICA DI PITTORI POCO NOTI